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È stata pubblicata la norma italiana sulla professione del Project Manager

Ormai è notizia ufficiale: dopo un iter molto complesso durato oltre 4 anni, in data 29 Settembre 2016 si è arrivati finalmente alla emanazione e pubblicazione ufficiale della (tanto attesa) norma italiana inerente la professione del Project Manager, attività professionale non regolamentata.

Già … una data memorabile, il 29 Settembre, nella quale il Presidente dell’UNI ha ratificato la norma in oggetto, che è entrata di diritto a far parte del corpo normativo nazionale. Il testo, pubblicato con la dicitura UNI 11648, definisce in maniera chiara ed inequivocabile i requisiti di conoscenza, abilità e competenza relativi all’attività professionale del Project Manager, di figure equivalenti che gestiscono progetti o di altri ruoli organizzativi che svolgono equivalenti funzioni in conformità con la UNI ISO 21500:2013.

La pubblicazione di questa norma italiana rappresenta una pietra miliare, importante e decisiva, per l’effettivo riconoscimento del ruolo, della professione e delle conoscenze/abilità/competenze che deve possedere (o acquisire nel tempo) chi opera come project manager nel nostro Paese. A garanzia di presupposti che non invalidassero ex ante il buon esito di questo lavoro, così come per tutte le norme afferenti le professioni non regolamentate (ovvero le professioni non afferenti a Ordini o Collegi … ergo, un ingegnere o un architetto o un geometra DEVE dimostrare di essere un project manager in quanto trattasi di esercizi di professioni ben diverse!), il tavolo tecnico che ha lavorato alacremente in questi anni è partito dal Quadro Europeo delle Qualifiche (EQF) cercando di garantire piena coerenza con la terminologia da questo utilizzata e con la modalità di esplicitazione delle qualifiche in essere.

Inoltre, ampio respiro è stato dato a un pieno coinvolgimento (wide-side engagement) di stakeholder chiave quali Ministeri, Regioni, Organizzazioni rappresentative del settore imprenditoriale, Organizzazioni rappresentative delle Forze sindacali, Organizzazioni strutturate di consumatori, Albi e Elenchi professionali, Associazioni Professionali e Istituti Culturali, Organismi di valutazione ufficialmente riconosciuti, Università ed Enti di Ricerca e altri ancora, il tutto con il preciso intento di giungere a un corpo normativo che potesse servire anche come “strumento utile alla mobilità delle persone e all’abbattimento delle barriere alla libera circolazione del capitale umano” in un contesto UE [cit. Norma UNI 11648:2016 – pag 1]

A questo punto, c’è da aspettarsi che nel tempo il corpus normativo diventi uno “stato di fatto” utile per il conferimento di incarichi afferenti a un Project Manager professionista; pertanto, non basterà o non dovrà più bastare la classica dicitura “Project Manager avente titolo (ma quale titolo?)” o “Project Manager in possesso di certificazioni professionali quali …” in un bando di gara in cui si è alla ricerca di una figura professionale ben delineata nei requisiti di conoscenza, abilità e competenza che necessariamente bisogna dimostrare di possedere.

Come certificare tale professione?

E’ la prima domanda che sorge spontanea. Una risposta ben orientata, tra l’altro già riscontrabile in molte pubblicazioni di alcuni OdC (Organismi di Certificazione) riconosciuti in Italia e accreditati da Accredia (Ente Italiano di Accreditamento), è legata alla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17024; infatti, la certificazione delle persone in conformità a tale corpo normativo può costituire un adeguato processo di valutazione e convalida di elementi caratteristici della professione quali i risultati dell’apprendimento (in termini di conoscenze) e l’esperienza professionale (in termini di abilità e competenze maturate).

 

Quali compiti/attività specifiche afferiscono alla figura professionale del Project Manager secondo la norma?

Anche qui la risposta è chiara e diretta: basta riferirsi in modalità esplicita a quanto strutturato e disciplinato in termini di concetti, processi e gruppi tematici espressi dalla norma UNI ISO 21500:2013 sul Project Management (Gestione dei Progetti).

Pertanto, la norma sul ruolo e sulla professione dovrà, per forza di cose, prescindere fortemente dalla norma sulla disciplina e … sull’esercizio dei 39 processi, raggruppati in 5 gruppi di processo e in 10 gruppi tematici, così come enunciati e descritti all’interno delle linee guida UNI ISO 21500:2013 [cit. Norma UNI 11648:2016 – pag 4, Norma UNI ISO 21500:2013 – pag 10]

 

Come è possibile “inquadrare” le competenze associate all’attività professionale del Project Manager?

Così come riportato sia nella norma sulla professione sia sulla norma sulla disciplina, le competenze associate ai compiti sopra definiti possono essere enunciate come segue [cit. Norma UNI 11648:2016 – pag 5, Norma UNI ISO 21500:2013 – pag 7]:

  • competenze contestuali, relative alla gestione del progetto all’interno dell’Organizzazione e dell’ambiente esterno;
  • competenze tecniche e metodologiche (hard skills), per gestire i progetti in maniera strutturata, sistemica e integrata, avvalendosi di lessico, concetti, principi e processi definiti nella norma sulla disciplina (UNI ISO 21500:2013);
  • competenze comportamentali (soft skills), in riferimento alle relazioni interpersonali con tutti gli stakeholder di progetto.

 

Conclusione

Il dado è tratto … almeno sulla carta la professione del Project Manager esiste e non è più un’utopia o un derivato di meccanismi auto-referenziali che non fanno percepire il valore aggiunto della disciplina del Project Management così come del professionista che la esercita. E allora chi è il Project Manager? Non è più un “semplice” individuo avente titolo o in possesso delle sole certificazioni di Project Management, nazionali e/o internazionali, bensì un professionista le cui conoscenze, abilità e competenze rispondono ai dettami enunciati dalla norma italian UNI 11648:2016 … ormai, una realtà!!!

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Biagio Tramontana
Biagio Tramontana
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