In occasione della Giornata Mondiale della Guida Turistica, che si è svolta ieri, 21 febbraio 2022, abbiamo dedicato un articolo a tutti i professionisti del settore, per festeggiare con loro questa ricorrenza e ringraziarli del lavoro che svolgono ogni giorno.
- Com’è nata la figura della guida turistica?
- La guida turistica oggi
- Guida turistica e non solo: nuove e diverse figure
- Cosa accade in Italia?
Com’è nata la figura della guida turistica?
Chi di noi, visitando una grande città e vedendo una guida turistica all’opera, non ha mai sognato di fare questo mestiere?
Passare le giornate immersi nella bellezza e lavorare per trasmettere questa bellezza agli altri; conoscere a fondo i luoghi, raccontandoli dal punto di vista storico e culturale, ma sapendo anche incuriosire l’ospite con aneddoti e storie segrete.
E’ un lavoro affascinante, caratterizzato da rispetto per il patrimonio, competenza, propensione per il racconto e per l’incontro con il visitatore.
Per celebrare l’importanza di questa figura professionale, nel 1990 la World Federation Tourist Guide Associations ha istituito la Giornata Mondiale della Guida Turistica, che ricorre il 21 febbraio di ogni anno e in Italia viene promossa da ANGT – Associazione Nazionale Guide Turistiche.
Ma sapete com’è nata questa professione? E soprattutto, come sta evolvendo adesso?
Questa figura è da sempre insita nel concetto stesso di viaggio. Già nell’antica Grecia, infatti, ci si rivolgeva ai Sacerdoti quando si doveva visitare una città ricca di testimonianze storiche e artistiche.
Nel XIV secolo, in occasione del Giubileo, la Santa Sede emanò un editto con il quale autorizzava alcune persone ad assistere e accompagnare i pellegrini che giungevano a Roma. Di fatto, questo editto fornì la prima definizione giuridica della professione.
Nel Medioevo, poi, furono i pellegrini a rivolgersi agli abitanti dei luoghi per avere consigli e informazioni. Gli accompagnatori locali erano infatti gli unici in grado di far conoscere ai viaggiatori le giuste direzioni, siti specifici, itinerari spirituali, notizie ed eventi legate alle storie e ai riti.
La figura della guida inizia a svilupparsi notevolmente tra il ‘700 e l’800, grazie alla diffusione del Grand Tour, il viaggio in giro per l’Europa che compivano i giovani di buona famiglia per accrescere la propria cultura. La formazione di un gentiluomo doveva essere completata da esperienze che nessuna scuola poteva offrire e che, invece, potevano essere acquisite attraverso i viaggi. Il Grand Tour durava quasi tre anni, e comprendeva diverse tappe: Parigi e la Francia, seguita da un lungo soggiorno in Italia e poi la conclusione in Svizzera, Germania e Paesi Bassi.
In Italia, la professione iniziò a diffondersi nel 1800 e fonti certe attestano che a Napoli, nel 1871 ben 40 persone la esercitavano. La prima legge in materia fu promulgata dallo Stato Pontificio a metà dell’800, inserendo le guide, i corrieri, gli interpreti e i portatori alpini nel novero dei “mestieri girovaghi” (una definizione che trovo assolutamente affascinante!).
Nel 19mo secolo i viaggi erano ancora riservati prevalentemente all’aristocrazia, che sebbene non dominasse più la vita economica e politica, dominava ancora la vita sociale.
In questi anni, nacque il primo tour operator della storia: il 5 luglio 1841, Thomas Cook, organizzò il primo viaggio di gruppo. Da questa esperienza, Cook continuò a lavorare sul campo e mise a punto le procedure che sono tutt’oggi alla base del turismo organizzato. La fortuna di questa compagnia durò quasi 200 anni, fino al 23 settembre 2019.
Sempre nel 19mo secolo, i romantici come Goethe, Byron, Shelley o Hugo, raccontavano i luoghi attraverso i loro occhi e la loro cultura, diventando così i primi scrittori di giornali di viaggio e gli antenati dei moderni autori di guide cartacee.
Il 20mo secolo vede la decadenza del mito del viaggiatore aristocratico e la nascita del turismo di massa, fondato sull’omologazione dei comportamenti e, spesso, sulla mancanza di criticità nell’attuarli. Si assiste parallelamente allo sviluppo delle stazioni balneari e alle conquiste della classe operaia nel campo del tempo libero e delle ferie retribuite.
Ora la vacanza è considerata un’importante attività sociale, ma anche un importante indicatore di status.
Il turismo di massa diventa un comportamento collettivo ed è per questo che si parla di turismo popolare, di turismo per tutti. Il turista diventa, sul piano sociale e culturale, un consumatore.
Iniziano a diffondersi i tour organizzati per grandi gruppi di persone: in questi pacchetti, la guida turistica è presente per tutta la durata del viaggio e accompagna nelle visite di quanti più monumenti e musei possibili.
Da questo momento in poi, nell’immaginario collettivo, la professione della guida turistica viene prevalentemente associata a questa modalità di fruizione della vacanza.
Nel 21mo secolo, proprio in risposta all’eccessiva omologazione del concetto di viaggio, si assiste a una progressiva, ma dilagante, ricerca della personalizzazione, dell’esperienza individuale e alla diminuzione della domanda di tour organizzati.
Dal turismo di massa si passa così a una “massa di turismi”: rurale, enogastronomico, culturale, verde, viaggio studio, viaggio avventura e così via.
Le varie forme di turismo rappresentano altrettanti modi di sfuggire alla massificazione e di affermare la propria personalità e si incontrano con un’offerta sempre più ampia e multiforme, che risponde a queste esigenze di differenziazione.
Ognuna di queste forme sottolinea il carattere autonomo e individuale dell’esperienza, in contrapposizione a quello di massa.
La guida turistica oggi
Oggi, il viaggio turistico conserva e ripropone gran parte dei significati che erano alla base del Grand Tour: il desiderio di conoscere luoghi diversi e differenti stili di vita, la scoperta di se stessi e delle proprie capacità, la ricerca di esperienze che portino un contributo essenziale nella formazione della personalità.
Il valore della vacanza viene quindi valutato anche dal punto di vista dell’accrescimento personale che apporta.
La domanda di personalizzazione delle prestazioni trova risposta nella ricerca di percorsi, di esperienze, di attività del tutto peculiari, la cui valenza non può essere condivisa a livello di massa.
Cambiano anche i tempi di fruizione della vacanza: le canoniche “due settimane consecutive ad agosto” sono state sostituite da brevi, ma frequenti, break che ci si concede più volte all’anno.
La fretta, inoltre, sembra ormai essere un elemento comune a tutti e ha colpito anche il settore del turismo.
Questi due fattori hanno portato inevitabilmente alla riduzione della richiesta di visite guidate: sembra che non ci sia più il tempo di stare due ore all’interno di un museo.
La diffusione della tecnologia, infine, ha reso sempre più facile e accessibile l’organizzazione individuale dei viaggi.
In un’epoca in cui per fare qualsiasi cosa basta un’app, quello della guida turistica è un lavoro che “ha futuro” o potrà essere soppiantato da applicazioni per smartphone o tablet?
La percezione è che l’eccessiva digitalizzazione porterà a una riscoperta del valore di una visita guidata. In internet si trova qualsiasi dato su qualsiasi argomento e luogo, ma in nessun modo si puo’ sostituire una persona in carne ed ossa con un’applicazione. Se si vuole veramente conoscere e capire i luoghi che si visitano, le guide turistiche sono fondamentali.
Guida turistica e non solo: nuove e diverse figure
Nel frattempo, tutti questi cambiamenti hanno comunque permesso lo sviluppo di nuove figure non professionali, che propongono formule più agili di “visita guidata”.
Sempre più di frequente, alla figura della tradizionale guida turistica, si affiancano i cosiddetti Greeters o Local Friends, che ad esempio in Friuli Venezia Giulia trovano espressione negli Ambassadors FVG e negli Accoglitori di Città di Spilimbergo.
Inizialmente, queste figure sembravano porsi in contrapposizione con il mestiere delle guide turistiche. A ben vedere, invece, non si può parlare di contrasto, bensì di integrazione.
Un local friend si occupa di accoglienza in modo del tutto volontario e approfondisce gli argomenti che riguardano le sue passioni . Quasi sempre, infatti, si specializzano su determinati aspetti di loro interesse e accompagnano il turista alla scoperta di questi elementi.
I local friends sono accomunati alle guide turistiche dall’amore per il proprio territorio, ma forniscono un tipo di lettura completamente diverso da quello che può essere un monumento, un museo o una città. Ecco perché un ruolo non esclude l’altro.
E poi, queste figure non vi ricordano quelle che accompagnavano i pellegrini nel Medioevo, citate a inizio articolo? Anche nel ‘600, era molto spesso la gente comune del posto a indicare i luoghi, i monumenti e i percorsi più interessanti.
Insomma i local friends esistono da tempi immemori.
L’ultimo passaggio di questo excursus sull’evoluzione della professione di guida turistica, è ancora una volta legato ai cambiamenti che intervengono nella società. Oggi l’attenzione alla sostenibilità permea tutti i campi del vivere quotidiano.
Lo stress, le città sovraffollate e infine la pandemia hanno comportato il boom del turismo rurale, della ricerca della natura e dei Cammini. Il turista è sempre più educato al turismo responsabile e per questo ricerca esperienze local.
Lo sviluppo turistico, infatti, non deve essere sostenibile soltanto per le generazioni future, per l’ecosistema e per la stessa industria turistica, ma deve anche garantire il massimo beneficio possibile alla comunità locale, che oggi ha un ruolo fondamentale nello sviluppo del proprio territorio.
Sempre più spesso, le offerte turistiche vengono realizzate ascoltando i bisogni, le necessità e le idee della comunità. Attraverso un processo di progettazione partecipata, si studia il territorio e si pensa, tutti insieme, al modo migliore per valorizzarlo e farlo amare al turista.
Il coinvolgimento della comunità nella creazione dell’offerta cambia anche il modo in cui il turista viene accolto. Non è più un “visitatore”, ma un vero e proprio cittadino temporaneo. Ecco allora che anche i local friends o i nuovi tipi di accompagnamento visti poc’anzi, assumono un ruolo e un’importanza ancora diversi.
Cosa accade in Italia?
In Italia ci sono diversi esempi concreti di questa nuova modalità di generare il turismo. Se siete curiosi di sperimentare in prima persona come cambia un territorio quando è tutta la comunità ad amarlo e a lavorare per promuoverlo, andate a Nicotera (VV), paese della costa tirrenica della Calabria.
Qui, dai primi, timidi, incontri con i residenti, è nato Destinazione Nicotera un importante progetto di destinazione a tutto tondo. Grazie agli esiti davvero positivi di questo primo processo di destinazione e comunità, è poi nato il brand Destinazione Ospitale, con l’intento di aiutare molti altri territori a realizzare i loro obiettivi, coinvolgendo chi il territorio lo vive ogni giorno.
All’interno di un progetto di questo tipo, il ruolo della guida turistica assume ancora più importanza.
Andrea Vendramin, uno dei professionisti intervistati per la stesura di questo articolo, descrive molto bene i cambiamenti intercorsi nel mondo del turismo e l’importanza della comunità all’interno di ogni proposta turistica che si decide di costruire.
“Nel mio piccolo osservavo un tipo di turismo sempre più “mordi e fuggi” che sacrificava i posti meno noti a favore dei luoghi più famosi, dove potersi scattare un selfie da postare poi nei social.
Allo stesso tempo, però, c’era un piccolo gruppo di persone che si erano accorte di questi squilibri e stavano cercando di riavvicinarsi alla vera scoperta del territorio, con viaggi lenti e ricchi di emozioni.
La pandemia da un lato ha velocizzato questo aspetto, ma dall’altro lato ha portato una moltitudine di persone in territori a volte fragili, senza aver realmente conoscenza di dove stavano andando. Ed è secondo me su questo grande gruppo che bisogna “intervenire” per convogliarli a scoprire il territorio nel modo e con la sensibilità giusta”.
Ad Andrea, abbiamo anche chiesto di immaginare il suo ruolo all’interno di un processo come Destinazione Ospitale:
“Di fatto non cambierebbe molto nel mio personale modo di lavorare, perché già adesso organizzo diverse attività coinvolgendo i locali e cercando sempre di creare una rete di persone e aziende che si supportano.
Nelle mie attività cerco spesso di coinvolgere i locali (abitanti, aziende agricole, artigiani, ecc.) perché secondo me possono raccontare e far vivere aneddoti che solo chi abita in quel luogo (magari da generazioni) può far conoscere.”
Da questo punto di vista, le guide turistiche e gli abitanti di un luogo sono accomunati dallo stesso Amore per il territorio, dalla voglia di raccontarlo e farlo conoscere e dal desiderio di supportare le economie locali.
In questo articolo abbiamo esplorato la storia della professione di guida turistica, dagli albori ai giorni nostri. Abbiamo parlato di un mestiere sicuramente affascinante e stimolante, da svolgere in un contesto arricchente e in continua evoluzione.
Ma come vive la professione chi la esercita ogni giorno?
Lo abbiamo chiesto a diverse guide abilitate. Tra gli aspetti positivi, emerge la possibilità di interagire con persone da tutto il mondo e conoscerne le diverse culture; conoscere angoli nascosti del territorio e avere l’opportunità di raccontarli e farli vivere ad altre persone.
“Lavorare con le persone ti dà molte soddisfazioni perché vedi che apprezzano il tuo lavoro e la tua passione” quindi, ma anche “poter consigliare ed aiutare altre donne che vorrebbero viaggiare in solitaria ma non hanno ancora preso il coraggio” o comunque dedicarsi a un tipo di viaggiatore specifico, accompagnandolo nelle esperienze più adatte.
L’altra faccia della medaglia riguarda invece l’imprevedibilità di alcuni fattori esterni, che possono condizionare lo svolgimento della professione. Lo abbiamo visto bene con la pandemia, ma “anche le calamità naturali impattano negativamente”.
Non solo: “Da libero professionista, a volte sono scoraggiato dal fatto che ci si appoggi a persone senza particolare esperienza e senza una adeguata preparazione, per accompagnare persone in natura. Mi sembra che non sia valorizzata nel modo giusto la mia professione”.
Infine, alcune difficoltà derivano dal rapporto con il cliente: “Non è sempre facile gestire le necessità o le richieste (a volte improbabili) di tutti!”
Dietro a ogni visita guidata, ci sono molti anni di studio, ma anche un bagaglio di esperienze sedimentate nel corso di molti anni di lavoro, di persone incontrate e relazioni intessute.
Ecco perché riteniamo così importante il lavoro di questi professionisti e abbiamo deciso di dedicargli uno spazio nel nostro blog.
Non dimentichiamo infine che, in un paese come l’Italia, questa professione potrebbe rappresentare il futuro per molti giovani.
Se ne parlerà a Siracusa nel 2024.
La città siciliana ospiterà infatti il XX° Convegno della Wftga (World Federation of Tourist Guides Associations), la federazione che rappresenta decine di migliaia di guide turistiche nel mondo.
Nel frattempo, il nostro invito è quello di prenotare al più presto una visita guidata nel vostro prossimo viaggio.
Sul sito dell’ ANGT troverete l’elenco delle visite guidate gratuite, in presenza o virtuali, che le Associazioni di Guide Turistiche abilitate, in tutte le regioni Italiane, cureranno dal 19 al 21 febbraio e nei giorni 5 e 6 marzo 2022, mettendo la propria professionalità a disposizione del pubblico.