Può l’arte arricchire gli spazi abitativi aprendoli all’ospitalità verso nuove forme di condivisione e di viaggio?
E’ dentro questa domanda che trovo la sintesi di un weekend stimolante passato in compagnia di Roberta Caruso presso Home for creativity.
E’ stato un importante momento di riflessione ascoltare le storie di artisti che, reinventando spazi abitativi, creano nuove forme di strutture ricettive, digressioni sul concetto dell’abitare che , coniugandosi con l’arte, portano poi un gruppo di ragazzi calabresi ad organizzare l’Altrove Street Art Festival quale forma di arricchimento nell’appropiarsi degli spazi pubblici da cittadini e viaggiatori.
Riflessione in primis su quanto sia fondamentale poter dialogare e confrontarsi nella società di oggi; fermarsi a riflettere su ciò che siamo, sulle nostre passioni ma, ancor di più, sul ruolo e le responsabilità che abbiamo rispetto al territorio nel quale viviamo. Ed è per questo che Art in House e Roberta Caruso sono stati un passaggio fondamentale per chi , come noi, si propone di offrire servizi e consulenza nel mondo dell’ospitalità e della ricettività turistica.
Non si può pensare, oggi, di limitarsi a fornire servizi, seppur di qualità. Non è più sufficiente; non lo è perchè la logica strettamente legata a tematiche di profitto è una logica molto lontana , fredda, scevra da quel fuoco che deve ardere in chiunque condivida dentro di sè la missione dell’ospitalità. Ospitalità intesa, come ha più volte detto e scritto Danilo, come quel modo con cui una comunità può aprirsi alla diversità, offrendo la propria identità , cercando la propria identità, nel caso in cui l’abbia smarrita strada facendo.
Ed ecco che tutto si coniuga e sintetizza bene in Destinazione Umana, un progetto di innovazione che si propone di soddisfare una richiesta latente in tutti noi viaggiatori: chi vogliamo conoscere durante le nostre esperienze di viaggio? Sicuramente persone come Silvia con il suo spirito narrante, quel qui che si trova solo negli occhi degli emiliani, persone fantastiche ed aperte naturalmente alla collaborazione.
Collaborazione che porta un’artista incredibile a creare il Musaba , nella terra di mezzo tra la costa tirrenica ed jonica calabrese; un’innovatore che partendo dal nulla ha oggi contribuito a creare qualcosa di unico nel suo genere. Ascoltare , dalle parole di Anna e Lorenza quanto fatto da Nik Spatari è stato un viaggio nell’architettura e nell’arte pittorica del ‘900 e mi stupisce possa esserci un unicum nel territorio che mi ha dato i natali; e mi stupisce ancora di più che, ogni viaggio, ogni dialogo, ogni qualvolta partecipo ad un evento è una fonte di arricchimento notevole e di scoperta , scoperta di forme uniche, storia, cultura che , se correttamente coniugate tra di loro, potrebbero dar vita a progetti davvero interessanti.
Per questo, proprio per tutto questo, siamo ancora più incentivati e motivati per la seconda edizione del Festival dell’Ospitalità