Il profilo twitter del Papa ha destato talmente tanto buzz nella twittersfera che non poteva non essere trattato.
Il profilo ufficiale del Papa è @Pontifex ed è in inglese, ma ne sono stati prodotti altri 7 (che sono gli unici che il Papa followerà, secondo dichiarazioni ufficiali)
L’argomento è stato ripreso da giornali e testate online che, con il consueto atteggiamento degli old media nei confronti dei social media, hanno fatto una cronaca bonaria dell’accaduto, con quel tono di intenerita ammirazione che spesso i nonni riservano al racconto delle gesta dei nipotini:
Sono diventati circa 80.mila in tre ore e mezza i ‘followers‘ del Papa su Twitter. Il primo messaggino da 140 caratteri del Pontefice e’ atteso per il 12 dicembre, ma Benedetto XVI e’ gia’ un ‘fenomeno‘ sul social network.
Il Papa manderà «personalmente» il primo messaggio su Twitter il 12 dicembre.
Sull’account @VaticanCommunication (quello dell’ufficio stampa), si lancia addirittura un piccolo sondaggio: “Twitter può essere più efficace di Facebook nel trasmettere il messaggio del Papa. Siete d’accordo?”
Quei virgolettati e quell’uo di “addirittura” di Repubblica, riferiti a cose tutto sommato comuni su twitter (sondaggi e follow di massa sono quasi all’ordine del giorno), sono emblematici.
Già il naso si storce, perchè la dichiarazione ufficiale di non seguire nessuno fa capire quale voglia essere il senso di questo account, una sorta di finestra 2.0 cui il Papa si affaccia e benedice in 140 caratteri.
Le questioni sono due, o non si è capito il valore che hanno le relazioni sui social newtork, oppure lo si è capito molto bene ed è stata prodotta una versione Social delle parole papali, corrispondente ai desideri dei seguaci che dal loro pastore non si aspettano interazione, ma si aspettano una parola di guida, dall’alto.
Vi sono poi due fattori interessanti, due iniziative prese dal Social Media Manager vaticano, mutuati dal vecchio modo di fare comunicazione, che hanno avuto impatti molto differenti.
L’annuncio del primo tweet
Annunciare la data del primo tweet è una mossa interessante, di fatto ricalca con precisione quanto si è fatto in passato con qualsiasi medium: dichiarare la data di inizio delle trasmissioni.
Visto il soggetto twittante poi, non potevamo aspettarci che si esimessero dallo scegliere una data simbolica.
Infatti il primo tweet del Papa è atteso il 12 Dicembre 2012 festa di Nostra Signora di Guadalupe e probabile riferimento al 12 Febbraio 1931, data in cui Pio XI affidò all’etere il suo primo messaggio radiofonico da Radio Vaticana.
E’ un’ottima mossa, per due motivi.
1.Hype
Il primo motivo è banalmente il generare hype, il semplice annuncio di un tweet papale, dieci giorni prima dell’effettivo invio, susciterà nella grandissima schiera di fedeli un senso di attesa e di curiosità che li spingerà a seguire il profilo, questa riflessione sembra banale, ma è il fattore tempo ad essere interessante, quale altro motivo può esserci oltre al desiderio di generare aspettativa, per annunciare un tweet con tanto anticipo, ve lo dico subito.
2.Spazio, Tempo e Massa
La schiera dei cristiani cattolici e non, è immensa nel mondo, il fattore di penetrazione delle parole del papa in questa massa è altissimo, ma ciononostante, per fare arrivare a tutti la “lieta novella” dell’account del Papa, è stato scelto un tempo di sedimentazione e propagazione che garantisse la diffusione della notizia (i follower del profilo ufficiale @pontifex sono ora 337.570, in crescita costante), ai tanti strati di popolazione mondiale in cui la religione cattolica è presente.
Si potrebbe pensare che il tempo scelto sia stato un po’ troppo lungo, che le dinamiche dei social sono molto più veloci e che l’hype potrebbe scemare, ma è opinione di chi scrive che al Vaticano sappiano il fatto loro e soprattuto che il Papa sia un brand talmente forte da non correre questo rischio, tutti attenderanno il suo primo tweet e tutti i suoi follower lo leggeranno, probabilmente la stampa farà il solito reportage buonistico e da quel momento si darà il via al tweeting apostolico.
La scelta del tag #askpontifex – opportunità e minaccia
La seconda iniziativa presa dai Social Media Strategist della Santa Sede, riguarda la creazione di un hashtag apposito per porre domande sulla fede e riflessioni sull’Angelus della domenica.
Questa seconda scelta, ha avuto dubbia fortuna in questa fase, sicuramente ha dato un indirizzo alla grande massa di follower acritici, ma ha anche lasciato uno spiraglio aperto ad una consistente mole di contestazioni che hanno potuto monopolizzare il tag ufficiale quasi senza resistenze e, sicuramente, senza opposizione da parte di chi dovrebbe “detenere” il tag.
L’utilizzo del tag ha avuto una crescita verticale negli ultimi 3 giorni come ci mostra questo grafico:
Ma il valore di queste interazioni non può essere desunto solo dal mero dato quantitativo, le parole più usate nei tweet con tag #askpontifex lasciano ben intuire il sentimento che animava la conversazione:
Anche in questo caso i possibili follower sono intervenuti prontamente ad uno stimolo sufficientemente forte e controverso, ma spesso con risultati molto lontani dalle aspettative. Ci sono buone probabilità che chi ha impostato questa strategia di interazione con la base cattolica, abbia preventivato questo tipo di reazione
Vista così potrebbe essere stata una scelta strategica porre 10 giorni di attesa, proprio per far scemare questo impeto contestatorio che avrebbe forse offuscato i primi cinguettii papali.
Infatti, analizzando un trending topic italiano: #faiunadomandaalpapa, notiamo che i tweet sono raggruppati in un unico momento, ovvero nella giornata di ieri, oggi il tag non è più presente tra i trending topic Italiani.
Bisogna notare che il tag non è sparito, ma ancora oggi tiene banco pur non apparendo tra i trending topic.
In questo grafico possiamo osservare le ultime 24h di vita di questo tag:
Sarebbe a dir poco presuntuoso definire il risultato di un tag, dopo sole 72h di vita e con statistiche aggiornate a ieri, ma quello che è interessante notare è l’immediata fenomenologia comportamentale dei cinguettatori.
Dato un profilo controverso, i contestatori si sono scagliati in massa
E’ una cosa che vediamo comunemente, ma forse stavolta ha fatto il gioco degli Strategist con la toga, infatti potrebbe crescere ancora di più l’attesa per vedere se e come il Papa risponderà a cotanta contestazione.
Dato un tag ufficiale, la community lo ingloba e lo trasforma
Dapprima viene utilizzato in originale per poter tenere aperto il canale comunicativo istituito dai profili ufficiali, salvo poi utilizzarne una versione personalizzata, quando si raggiunge una certa massa critica, magari in una versione più irriverente che in una sola parola racchiude il senso di ironia o scherno che si vuole comunicare, esattamente come ci spiegano Emanuela Zaccone e Massimiliano Spaziani, riguardo twitter e le primarie, parlando del tag #csxfactor.
Resta quindi da osservare come si muoverà la Santa Sede con questo profilo. Chi vi scrive non è molto convinto di stare per assistere ad una rivoluzione comunicativa, di profili pubblici tenuti da redazioni fredde e distaccate, sopratutto in politica, ce ne sono moltissimi, questo non sembra essere molto diverso.
Usare Twitter come un’eco 2.0 dell parole dette la domenica in p.zza S.Pietro, è tarpargli le ali, ma sicuramente quanto scritto sarà letto da molti fedeli, ma come se fosse un qualunque MASS medium… e non SOCIAL medium.