“Instagram vende le foto degli utenti! Fuggite!”
E’ stato il grido quasi unanime di moltissimi utenti su Twitter.
Sono stati due giorni di fuoco tra Twitter ed Instagram, decine di utenti hanno chiuso il proprio account e tanti blog hanno consigliato tool per effettuare il backup delle fotografie di Instagram, come Instaport. Insomma per fare le valige ed andarsene.
Alcuni hanno portato a supporto di questa teoria il fatto che da qualche giorno le immagini Instagram non si vedono più su Twitter, ma appaiono solo come link. Come questo possa essere una conferma però non è dato saperlo.
(image courtesy: IlPost)
La pietra dello scandalo è stata l’aggiornamento dei TOS di Instagram che sembravano lasciar intuire che la società si riservasse la possibilità di vendere a terzi le foto degli utenti, soprattutto senza corrispondergli niente.
E’ noto che in rete questo tipo di notizie impazzi in ondate virali di indignazione telematica, e tutto quello che è successo ricorda molto lo sdegno che serpeggiò su Facebook per un motivo analogo. Se ricordate, un anno fa ci fu un profluvio di post che illustrava quali impostazioni dell’account modificare per evitare che Facebook utilizzasse le nostre foto per le pubblicità.
Instagram cambia i Terms Of Service e smentisce di voler vendere le foto
Il rumore è stato talmente tanto e il rischio di un feedback negativo così forte che Kevin Systrom, co-founder di Instagram, si è sentito in dovere di chiarire sul blog ufficiale che non ha intenzione di vendere le foto degli utenti nè di usarle per pubblicità:
To be clear: it is not our intention to sell your photos.
We respect that there are creative artists and hobbyists alike that pour their heart into creating beautiful photos, and we respect that your photos are your photos. Period.
In ogni caso, come il buon Kevin dichiara, Instagram è nata come un business e quindi deve trovare alcuni modi per monetizzare, probabilmente l’intento è quello di utilizzare le informazioni sui like e follow per aumentare l’engagement nei confronti dei brand che hanno account ufficiali su Instagram.
Pare infatti che l’obiettivo sia di mostrarci quali e quanti amici hanno già “apprezzato” quel determinato brand e lo stanno seguendo, in modo analogo alle Fanpage Facebook, così che ci possiamo sentire più coinvolti nel seguirlo, il tutto raccogliendo dati statistici.
Questo è per lo meno quello che si deduce da un altro suo passaggio nel blog di Instagram:
Let’s say a business wanted to promote their account to gain more followers and Instagram was able to feature them in some way. In order to help make a more relevant and useful promotion, it would be helpful to see which of the people you follow also follow this business.
Che tutto questo sia molto simile al comportamento del colosso blu non deve stupire, non dimentichiamoci che questa primavera Facebook ha acquistato Instagram e non potevamo aspettarci che nulla cambiasse, nonostante le rassicurazioni di Mark Zuckerberg.
Comunque Instagram può mostrare le nostre foto con la pubblicità
In conclusione il mea culpa del co-founder di Instagram vuole proprio rasserenare gli animi e far sentire gli utenti sicuri di poter condividere i propri panini, scarpe, unghie e scatti controluce saturati, e sembra che ci sia riuscito, data la calma piatta sull’argomento che si registra oggi.
I termini di servizio di Instagram sono stati comunque modificati, specificando meglio per cosa saranno utilizzate le foto, ma rimane chiaro che in qualche modo le nostre immagini possono essere usate in congiunzione con una qualche forma di “advertising“:
Some of the Instagram Services are supported by advertising revenue and may display advertisements and promotions, and you hereby agree that Instagram may place such advertising and promotions on the Instagram Services or on, about, or in conjunction with your Content. The manner, mode and extent of such advertising and promotions are subject to change without specific notice to you.
Alternative ad Instagram crescono
Rassicurazioni o meno, il malcontento serpeggia e getta il suo seme malevolo, tanto che molti cercano un nuovo refugium peccatorium fotografico ed alcuni servizi come Twitter stesso o Flickr offrono la possibilità di applicare filtri fotografici, vero must del fotografo mobile, rendendo le foto visibili immediatamente, non solo come link nel tweet.
Solo il tempo potrà dire quanto sapranno diventare di moda e dare un valore aggiunto agli utenti, ma soprattutto se effettivamente si sta esaurendo l’inerzia dell’onda lunga di Instagram a causa del retrogusto “Amaro” degli ultimi giorni.