Chiunque abbia un’azienda, sia essa una startup (intesa non in questi termini :D) o un’azienda classica, sa bene quanto sia problematico dover anticipare l’IVA ad ogni trimestre. Spesso, infatti, succede che le fatture non vengano saldate per tempo dai clienti (per innumerevoli motivi) e quindi ci si trova a dover anticipare migliaia e migliaia di euro.
Ieri si faceva un gran parlare su Facebook dell’articolo 32-bis del D.L. 83/2012 (direttiva 2010/45/UE). Diciamolo subito: non è ancora stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, per cui non esiste, ad oggi, la certezza matematica che possa essere applicato.
Tuttavia, la possibilità di poter pagare l’IVA per cassa è una di quelle azioni che noi ci aspettiamo da parte del governo per aiutare le imprese a contribuire allo sviluppo del Paese attivamente.
Attenzione che il decreto legge è molto complesso ed articolato e non è tutto oro ciò che luccica (come, invece, se ne parlava ieri sui social). Ecco alcuni dei vincoli imposti (per i restanti, vi rimando all’articolo del sole24ore segnalato in calce):
- fatturato non superiore ai 2mln di euro;
- il differimento dell’esigibilità è valido per un anno;
- nel caso in cui si riesca a riscuotere solo una parte del saldo della fattura, si potrà pagare l’IVA pro-quota;
- il sistema si applica unicamente alle cessioni di beni ed alle prestazioni di servizi imponibili effettuate nei confronti di soggetti che agiscono nell’esercizio di imprese, arti e professioni
(via il sole24ore.com)