Quando abbiamo dato inizio ad Evermind avevamo ben chiaro in testa quale fosse il nostro obiettivo: partire dalla crisi del mondo lavorativo, dalla crisi di valori che riscontravamo e riscontriamo tuttora, per fornire un imprinting diverso.
Imprinting che voleva (e vuole) creare un inversione di tendenza nell’approccio al mercato, sia da un punto di vista della modalità di proposizione dei servizi, sia delle relazioni inter professionali.
Durante il nostro viaggio abbiamo sperimentato varie modalità e vari strumenti ma era come se ci girassimo intorno. Poi la svolta: partecipai ad un incontro di presentazione di un libro, in qualità di giovane imprenditore, per raccontare la nostra esperienza. Lì entrai in contatto con la teoria della decrescita felice di Serge Latouche.
COS’E’ LA DECRESCITA FELICE
In una società incentrata sullo sviluppo e l’accumulo illimitato, crescita infinita, è evidente che il contrasto si ha nel momento in cui si ragiona sulle risorse che, invece, sono finite. Questo approccio è inevitabile che porti ad un progressivo esaurimento delle stesse e quindi ad essere tutti noi tossicodipendenti da crescita.
L’attuale società dei consumi si fonda su tre ingredenti principali:
- La pubblicità, che ci fa desiderare quello che non abbiamo e disprezzare, viceversa, ciò che abbiamo creando il desiderio di consumare;
- Il credito, che ne fornisce i mezzi;
- L’obsoloscenza accelerata e programmata dei prodotti, che ne rinnova la necessità
Pazzesco eh !? Possiamo veramente pensare che sia possibile vivere in un’ottica di crescita infinita in un pianeta infinito?
Quindi, la decrescita cos’è? un’utopia? o un progetto? Forse una via di mezzo?
La decrescita felice presume un progetto fondato sull’analisi realistica della situazione; non vuol dire crescere meno, non vuol dire recessione, bensì crescere diversamente. Vuol dire pensare alla qualità e non alla quantità. Vuol dire invertire i nostri bisogni concentrandoci su quelli reali, non su quelli fallaci.
LE 8R DI EVERMIND
Il progetto di decrescita felice fonda le sue basi su 8R: rivalutare, riconcettualizzare, ristrutturare, ridistribuire, rilocalizzare, ridurre, riutilizzare, riciclare.
Può sembrare paradossale che possa funzionare per un’azienda che lavora in ambito digital; se, tuttavia, pensiamo al digital come lo strumento per connettere online ed offline, allora tutto assume una luce nuova ed il cerchio si chiude.
Sono questi otto semplici verbi che riassumono bene quelli che sono i valori fondanti di Evermind che, certo, possiamo poi declinare in vari modi, ma alla fine è tutto racchiuso lì.
Quindi, anche il percorso di gamification quale strumento di gestione della collaborazione e condivisione di risorse ed esperienze tra i professionisti che fanno parte del network ha un senso molto forte: invertiamo il nostro approccio, non passivi di fronte alle esigenze ed attività da compiere, piuttosto proattivi in tutto ciò che facciamo, stimolati da cosa? beh, dalle regole del gioco, dal sapere che ad ogni azione che compiamo e che crea valore per noi e per gli altri, alla fine verrà ricompensata da qualcosa; qualcosa che, in fin dei conti, saremo noi stessi a scegliere.
Ho voluto sintetizzare tutto questo in una presentazione, anche in occasione dell’evento formativo organizzato dall’associazione Pensando Meridiano [che approfitto per ringraziare pubblicamente , perchè mi ha dato la possibilità di focalizzare bene tutti questi concetti].