La crisi sociale/valoriale/culturale che al giorno d’oggi stiamo vivendo impone a tutti, principalmente ai nostri giovani, di individuare discipline e approcci culturali e professionali idonei per avviare un percorso di sviluppo, di crescita e di rinascita.
Il project management elemento culturale strategico
E il Project Management, in tal senso, appare elemento culturale strategico: le sue potenzialità applicative possono davvero favorire il buon funzionamento di singoli individui operanti in team, network e/o organizzazioni, perché il successo di qualunque progetto è legato a doppio filo alla presenza di un Project Manager capace di gestire situazioni complesse con una visione d’insieme dei processi e capace di guidare un team con skill relazionali e comportamentali di profondo valore.
Oggi, e ancor di più in questo momento di regressione, tante organizzazioni (pubbliche e private) manifestano il bisogno di realizzare al meglio i propri progetti e si assiste, quindi, ad una richiesta sempre più rilevante di professionisti che abbiano determinati skills ovvero quelli del Project Management, una disciplina finalizzata ad una gestione efficace ed efficiente di un Progetto laddove per quest’ultimo si intende una
“combinazione di uomini, risorse e fattori organizzativi, riuniti temporaneamente per raggiungere obiettivi unici e condivisi, in presenza di vincoli di tempo, costi, qualità e con risorse limitate”.
La figura del Project Manager
La figura del Project Manager acquisisce, quindi, un’importanza strategica, proiettata a gestire e superare le classiche difficoltà di chi approccia all’“eseguire” senza prima “pianificare” le azioni da fare; in poche parole, un nuovo professionista, pronto a nuove sfide che siano portatrici di un netto rilancio della nostra società e del nostro Paese.
E sono questi stimoli e queste leve di crescita personale e professionale che spinsero nel lonano 2000 il sottoscritto, un Ingegnere Informatico di belle speranze, a lasciare la via vecchia (apatica, abitudinaria, senza brio e “colpi di testa” … sicura, affidabile, ma piatta) e a intraprendere una via nuova, segnata dal “buon senso nel fare le cose” misto a “creatività programmata”, a “caos ordinato e non entropico”, a “gioia pura nel raggiungere nuovi obiettivi sfidanti e motivanti insieme ad altri individui” … basta con il mito del Superuomo e del “penso a tutto io” e via al lavoro in team, mettendo in campo conoscenze, competenze e abilità da affinare nel tempo.
Quali conoscenze?
Per prima cosa è stato importante condividere un linguaggio, dei nuovi segnali, delle nuove terminologie. Non si può iniziare a condividere un modus operandi se non si trova un modo comune di comunicare, un lessico condiviso universalmente riconosciuto. E’ da qui che si giunge a definire le conoscenze di contesto.
E poi?
Un approccio nuovo presuppone apposite conoscenze tecnico/metodologiche senza le quali una disciplina ben fondata, quale è il Project Management, non potrebbe auto-sostenersi.
E ancora?
Stiamo parlando di una disciplina che non può non prescindere da conoscenze manageriali.
Ma, soprattutto, stiamo parlando di una disciplina trasversale, che fa del lavoro in team la vera arma in più e quindi adeguate conoscenze comportamentali rappresentano un elemento trainante e basilare per eccellere come uomini e come professionisti.
Aggiornamento: il corso di Project Management si tiene a Roma il 16/17/18 Giugno 2015 presso l’Hotel&cafè VillaPirandello