Nella classifica delle domande più ricorrenti fatte dai clienti a noi grafici c’è, al primo posto in assoluto:
“Ma il logo si può avere un po’ più grande?”
Chi fa il mestiere da anni si sarà ormai abituato a sentire questa domanda, tanto da ingrandire il tanto amato logo di default, proprio un attimo prima di esportare il layout da sottoporre al cliente.
Che si tratti di sito web o carta intestata, di banner o di manifesto la domanda è sempre la stessa. E non importa se il logo è perfettamente equilibrato nella pagina, bilanciato e giustapposto ad altri elementi nello spazio, non c’è nulla da fare, al cliente serve più grande, molto più grande.
È quello che Freud definirebbe: “l’invidia del Logo”.
Solitamente, dopo qualche resistenza, si fa quanto richiesto, perché lo psicoterapeuta ha un costo eccessivo, e non vale la pena entrare in terapia per cosi poco, la cosa si fa più problematica quando i logo sono più di uno, magari un insieme di logo di una cooperativa.
A quel punto la crisi di identità è proprio dietro l’angolo.
Ma come si fa a impostare un logo in un layout? Quali linee guida bisogna seguire? Come lo si bilancia con gli altri elementi? E se i logo sono più di uno, come si sceglie l’ordine di “apparizione” ?
La prima risposta a queste domande è: dipende.
Dipende dal supporto;
Dipende dal brand;
Supporti diversi hanno logo in posizioni completamente estreme.
A seconda del cliente, dell’importanza del brand e dal tipo di campagna che si sta portando avanti, le posizioni del logo cambiano, e di parecchio.
Il supporto
Partiamo dal presupposto che l’ordine di lettura per noi occidentali è dall’alto verso il basso e da sinistra verso destra. Ovvero, la prima cosa che andiamo ad osservare è l’angolo in alto a sinistra di un layout, per poi scendere sul resto.
Partendo da questo presupposto ci viene naturale posizionare in quell’angolo l’elemento più importate di una composizione. Se parliamo di una carta intestata sarà il logo, ma per altri supporti quest’ordine viene stravolto.
La nostra carta intestata ha un’impostazione classica ma allineata e coordinata con quanto fatto sul sito.
La maggior parte dei siti web ha il logo in questa posizione, o al massimo al centro (più difficilmente a destra).
Per la carta intestata vale lo stesso discorso, solitamente è in alto a sinistra, ma si può variare in base al proprio estro e anche tenendo conto del cliente che si sta servendo.
La carta intestata per un notaio sarà molto differente da quella per un gruppo teatrale composto da clown.
Nelle brochure solitamente il logo viene posizionato nella prima anta mantenendo dimensioni ridotte, e viene ripetuto nel retro, assieme ai riferimenti per i contatti e ai logo dei partner, con dimensioni un po’ più importanti.
Per avere un’idea, ecco un’esempio nel nostro showcase, con il progetto di branding per Emporia Agricola.
La cosa da tenere in mente è: “che messaggio sto veicolando?”
Se il brand è il fulcro della campagna il logo sarà maggiormente esposto, se il messaggio sarà di tono diverso (come un evento o la promozione di un dato servizio) il logo sarà spostato in basso e di dimensioni medio/piccole.
Per facilitarci il lavoro, buona prassi è dividere il layout in colonne (5 o 6) e su una di queste posizionare il logo ( vale per il sito web cosi come per la carta intestata). Aiuta molto anche la divisione a griglia della pagina, facendo attenzione al supporto e quindi alle pieghe del caso (nella carta intestata non dimentichiamoci che la piega a fisarmonica usata per “imbustare il foglio” ci costringerà a dover utilizzare necessariamente un terzo del foglio).
In sintesi è buona norma tenere a mente che: più istituzionale sarà l’argomento trattato maggiore sarà la rigidità della posizione del logo.
Perché il brand fa la differenza?
Vi sono dei marchi che sono maggiormente riconoscibili se paragonati ad altri.
Il baffo della Nike cosi come i ghirigori della Coca Cola sono segni grafici che ormai fanno parte del nostro quotidiano, basta vedere un segno di sfuggita per inquadrare il brand, non serve più leggere il nome della marca, ormai sappiamo di cosa si sta parlando.
Ed è per questo che determinati marchi, più o meno noti, possono permettersi il lusso di usare solamente una porzione di logo per le proprie campagne. Ovviamente sul materiale istituzionale il logo sarà riprodotto per intero, ma sul quello promozionale ci si potrà sbizzarrire in mille modi.
E se il cliente è un ente pubblico?
Può capitare di dover fare del lavoro per enti pubblici, istituzioni e quant’altro.
In questo caso ci si potrà trovare nella situazione, sgradevole, di dover gestire diversi logo, tutti ugualmente importanti. Per gestirli nel migliore dei modi la cosa che bisogna tenere in mente è l’importanza di ogni ente.
Facendo un esempio pratico:
Un ospedale vi commissiona un manifesto per promuovere un nuovo centro trapianti. Il manifesto è commissionato dall’ospedale ma è patrocinato dal Comune, dalla Provincia e dalla Regione.
L’ordine per comporre il manifesto sarà: il logo dell’ospedale (del centro trapianti) in posizione di rilievo (ipotizziamo in alto a sinistra) subito dopo, per importanza si affiancheranno: regione, provincia e infine il logo del comune (magari in alto a destra, ma di qualche punto più piccoli del logo principale, in alternativa in basso a destra).
Se invece di istituzioni si parla di logo di partner o sponsor (come ad esempio per una partita di beneficenza) si terranno da conto: l’ordine alfabetico (nel primo caso) o la cifra spesa per sponsorizzare (nel secondo caso). In entrambi i casi il logo principale sarà quello dell’evento, o dell’istituzione che l’ha organizzato.
Il mio consiglio è quello di tenere sempre bene a mente per chi si sta lavorando, e qual è il lavoro da portare a termine, in base a queste considerazioni vi verrà facile dare il giusto peso al logo e posizionarlo nel migliore dei modi. Per poter fare tutto nel migliore dei modi è necessario spendere del tempo per parlare col cliente. Investite un’ora per fare domande, per capire i dettagli che vi servono per comporre il vostro layout, per approfondire l’argomento che andrete a trattare. Ogni minuto speso a parlare con il cliente sarà un’ora guadagnata in fase di progettazione, ve lo garantisco.
Le prove da fare saranno molteplici, a volte snervanti, ma meglio abbondare e trovare la soluzione migliore da proporre, piuttosto che dover rispondere “no, non ci avevo pensato”.
E voi, avete mai chiesto il logo più grande? E, passando dall’altra parte della barricata, vi hanno mai chiesto: “si può avere più grande il logo?”