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Pubblicate le Linee Guida relative al RUP (Responsabile Unico del Procedimento) e … si parla di Project Management!

C’era da aspettarselo e la notizia avrà senz’altro risvolti estremamente positivi nel panorama italiano!

A poche settimane dalla diffusione della norma UNI 11648 relativa a “Attività professionali non regolamentate – Project manager – Definizione dei requisiti di conoscenza, abilità e competenza”,  ANAC ha pubblicato, con delibera n-1096 del 26 Ottobre 2016, le Linee Guida n. 3, di attuazione del D.Lgs. 18 aprile 2016, n. 50, recanti «Nomina, ruolo e compiti del responsabile unico del procedimento (RUP) per l’affidamento di appalti e concessioni», dando seguito a una delle disposizioni applicative che erano state congegnate per l’attuazione del nuovo Codice degli Appalti Pubblici.

Di seguito il link alla pagina ufficiale con la notizia e la documentazione relativa alle Linee Guida e alla relazione AIR: ANAC – Atto 6631

Interessanti sono gli spunti che in estrema sintesi tali Linee Guida propongono:

  • al paragrafo 4.3 si fa menzione che “per lavori particolarmente complessi, il RUP individuato dovrà possedere la qualifica di Project Manager, …”. Personalmente rafforzerei il concetto affermando che il RUP dovrebbe, sempre e in ogni caso, dimostrare di possedere conoscenze, abilità e competenze di Project Management e dovrebbe agire al meglio come un Project Manager professionista, a prescindere dal grado di complessità di un progetto e/o da altre situazioni al contorno (vedi il budget stanziato e/o il contesto particolare e/o i tempi di consegna)
  • al paragrafo 7.2 si fa menzione che “le SUA – Stazioni Uniche Appaltanti – devono inserire nei piani formativi specifici interventi rivolti al RUP, organizzati nel rispetto delle norme e degli standard di conoscenza Internazionali e Nazionali di project management…”. Mi trovo pienamente d’accordo: è importante che il RUP legga, si informi, studi in primis la disciplina del project management facendo riferimento a standard di conoscenze già noti – lo standard Nazionale proposto dall’Istituto Italiano di Project Management o gli standard Internazionali proposti dal Project Management Institute o da International Project Management Association – ma soprattutto a norme di settore, partendo dalla norma UNI ISO 21500:2013 che contiene le linee guida per il project management (gestione dei progetti) e concludendo il percorso con la norma UNI 11648:2016 relativa alla professione del Project Manager

Le affermazioni di cui sopra trovano riscontro anche nella Relazione AIR:

  • oltre a ribadire il tema della “qualifica di Project Manager”, a pag 4 si delibera chiaramente che “è richiesta una specifica esperienza professionale e un’adeguata formazione, scegliendo di enfatizzare il ruolo di Project Manager ricoperto dal RUP…”. I concetti sono, a mio avviso,  più forti: si parla di adeguata formazione ma anche di specifica esperienza professionale, connubio perfetto che, secondo la norma UNI ISO 21648:2016, deve essere certificato con appositi esami scritti (2), volti a saggiare le conoscenze e le abilità del candidato, e un esame orale finale, orientato a valutare le competenze sia in termini di padronanza della professione sia in termini esperienziali.

In poche parole, finalmente, il dado è tratto: anche in ambito pubblico, si attesta che è necessaria una figura professionale con una base esperienziale professionale e con determinate competenze che siano in linea con norme e standard vigenti e che fungano da elemento di qualifica chiaro, distinguibile, inequivocabile, trasparente!

W gli standard Nazionali e Internazionali di project management, W le norme, W i Project Manager professionisti e in possesso di qualifica … W il Project Management!!!

Biagio Tramontana
Biagio Tramontana
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