Razionalizzazione informativa per professionisti: ciò che leggiamo e impariamo sul web è sempre attendibile?
Scoprirlo non è così semplice, perché in rete imperversano “fenomeni curiosi”, come li chiama Anna Maria Testa in questo articolo.
Quando parlo di rete non intendo solo Google, o tutto ciò che avviene all’interno del nostro browser, ma mi riferisco a tutte le informazioni che attraversano la nostra vita digitale tramite un dispositivo tecnologico.
Ricordi quando, anni fa, ricevevamo di continuo le cosiddette Catene di Sant’Antonio?
“Se condividerai questo messaggio con 5 persone della tua rubrica, diventerai ricco” oppure “manda questo messaggio a 10 donne importanti della tua vita ed entro stasera riceverai una sorpresa che attendi da tempo”.
Oggi non è cambiato molto. All’inizio della pandemia, i nostri cellulari erano invasi di messaggi, più o meno seri e spesso contraddittori tra loro, sul COVID-19 e sui mirabolanti metodi, decisamente creativi, per sconfiggerlo.
Ricordo che intrattenni una conversazione interessante a proposito di informazioni attendibili con un mio contatto, il quale si difese dicendo che, nonostante tutto, bere acqua calda ci faceva comunque bene.
Bene ma non benissimo, anzi direi malissimo!
Lì per lì, cercai di spiegargli perché la condivisione compulsiva e selvaggia di contenuti, oltretutto poco credibili, fosse assolutamente nociva, se non deleteria, per il nostro equilibrio mentale.
Perché, alla fine, è di questo che si tratta.
Sbagliando si impara, è vero, ma a che costo?
In un mondo pieno zeppo di contenuti, in cui il consumo di informazioni è in costante crescita, destreggiarci tra ciò che vediamo, leggiamo e ascoltiamo e analizzarlo con un maggior senso critico fa differenza.
E che differenza!
Se consideriamo che un terzo della forza lavoro italiana lavora in smart working e in remoto e utilizza il computer per svolgere la propria professione, comunicare, intrattenersi, formarsi e informarsi, l’attenzione e la memoria, oltre che la credibilità dei contenuti che consumiamo, giocano un ruolo di primissimo piano anche nella conoscenza.
Del resto, Internet è la fonte meno lineare che esista, almeno per il momento, e non è difficile immaginare perché l’attenzione debba fare i conti con vari stimoli durante il processo di conoscenza e apprendimento.

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I cosiddetti fattori di interferenza contestuale mettono a dura prova la nostra capacità di imparare e ricordare e lo dimostrano DeFleur e Davenport in questo studio.
Le informazioni sul web sono passeggere, effimere e fugaci.
Ci basti pensare alle bacheche dei social networks in costante aggiornamento, su cui è pressoché impossibile recuperare un’informazione.
Per informazione, intendo anche un semplice post scritto da un nostro contatto che stavamo leggendo fino ad un attimo prima che passassimo ad un’altra finestra del browser.

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Come selezionare le informazioni
Un’informazione e una formazione di qualità provengono da una fonte attendibile.
La fonte del contenuto che stai consultando è credibile? Impara a farci caso.
Si tende a pensare che qualsiasi informazione su Internet sia vera, corrisponda a realtà e non sia affetta da bias cognitivi. Eppure non è così.
Ecco alcuni semplici consigli per aiutarti nella giungla delle dei contenuti formativi e informativi che trovi su internet.
1. Affermazione professionale fa rima con curiosità

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Affermarsi nella propria professione, in una società che va a 100 all’ora come canta Gianni Morandi, va di pari passo con la curiosità.
Per nutrirla, però, è necessario trovare il tempo per osservarci attorno, apprendere, sperimentare e testare ciò che abbiamo appreso, altrimenti “rischiamo di bruciare il motore nel bel mezzo della via”.
2. Metti tutto nero su bianco

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Sai cosa stai cercando? Appuntalo su carta o su Google Keynote e dopo aver effettuato una ricerca, confronta tra di loro le varie informazioni che hai trovato.
Per farti un’idea chiedi in giro a chi ha già fatto un’esperienza simile, all’interno delle tue cerchie di conoscenti, sui gruppi social di professionisti di cui fai parte o prova ad interpellare direttamente le singole fonti che hai consultato. Solo così potrai capire se i contenuti che hai incontrato lungo il tuo percorso sono seri e attendibili.
Quanti più siti, contenuti e persone consulterai, quanto più ti allenerai a riconoscere fonti autorevoli a cui attingere per la tua formazione e informazione professionale.
3. Fai caso ai dettagli

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Se ciò che stai leggendo o il sito che stai consultando ha qualcosa che non ti convince -potrebbe trattarsi di un corso che ti promette di raggiungere risultati poco realistici, una grafica un po’ obsoleta per i tempi che corrono, etc.-, prova a digitare su Google il titolo dell’informazione, il nome del sito di formazione o del corso in questione, per controllare in rete ciò che dicono gli utenti.
Approfittane per fare un salto anche sui canali social ufficiali del sito che stai consultando e nota la qualità dei contenuti pubblicati, la frequenza degli aggiornamenti e verifica che ci sia interazione con gli utenti e i loro commenti.
4. Un tempo tutto per te

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Se l’aggiornamento continuo, sia professionale che personale, ti sta a cuore prova a bloccare una finestra temporale su base settimanale o giornaliera, da dedicare alla tua formazione ed informazione. Così facendo, metti al sicuro il tuo tempo, senza rischiare di restare a corto di aggiornamenti e apprendimento continuo.
5. Tra minimalismo digitale e solitudine

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Per capire realmente in che direzione far andare il nostro lavoro e la nostra impresa, abbiamo bisogno di incoraggiare un’attitudine al minimalismo digitale e di trascorrere più tempo in compagnia di noi stessi, come sostiene Cal Newport nel suo libro.
Se non facciamo spazio, fuori e dentro di noi, è difficile che si creino le condizioni giuste per imparare cose nuove.
Più tempo trascorri in compagnia dei tuoi pensieri, senza il vocio continuo della tecnologia, e più riuscirai a riappropriarti di ciò che vuoi diventare.
In questo caso, quando studi, leggi o svolgi un’attività prevalentemente mentale, crea attorno a te un ambiente che stimoli e aiuti la tua concentrazione, evitando di cedere alle grinfie di quello che Newport definisce low-quality leisure time –tempo libero di scarsa qualità-, riferendosi allo scroll compulsivo delle bacheche social.
Perché per diventare professionisti e continuare ad esserlo è sì cruciale imparare, informarsi ed essere al corrente di ciò che succede attorno a noi, ma prima di tutto è necessario essere presenti in tutto ciò che facciamo, anche e soprattutto nel nostro percorso di apprendimento.