Saldi Privati è un outlet online, da cui chi vi scrive fa spesso acquisti, ma stavolta ha fatto qualcosa di diverso, mi ha fatto una piccola sorpresa, vediamo quale.
In questo articolo andremo ad analizzare questa azione di marketing a sorpresa molto semplice, ma dal grande potenziale.
Outlet Online – una digressione
I siti E-commerce che si presentano come outlet online per la vendita di mini stock di prodotti, sono un fenomeno in netta crescita. Basti vedere il quantitativo di ricerche che vengono realizzate su google e subito si nota come l’interesse del pubblico sia cresciuto di percentuali importanti negli ultimi due anni. Google Trends ci mostra che l’utilizzo come chiave di ricerca del termine: “outlet online” ha visto un incremento di circa il 200% negli ultimi due anni, solo in Italia.
Siti di outlet come Saldi Privati, Privalia, BuyVip (che è stato preso sotto l’ala protettrice di Amazon), ma anche Zalando e Spartoo, hanno fatto molto per riuscire a conquistare ampie porzioni di pubblico, lavorando principalmente sulla sensazione di sicurezza da trasmettere all’acquirente, chiave fondamentale per la vendita tramite E-commerce, garantendo resi gratuiti o servizi clienti al massimo dell’efficienza.
L’aumento del bacino utenti
Ora che i gli outlet online hanno consolidato la propria clientela, cresce l’interesse dei grandi marchi per il bacino utenti che queste società hanno. Chi ne segue diversi come chi vi scrive, ha potuto notare l’incremento di marchi di rilievo e la crescente differenziazione delle categorie merceologich,, inizialmente erano quasi solo e-commerce di abbigliamento o outlet online di scarpe, ma attualmente si possono trovare prodotti di ogni tipo, dall’elettronica agli accessori anche di marchi che storicamente si posizionano nella fascia fashion/luxury come Calvin Klein e Swarovski e che sembrano stridere con il concetto di Outlet. Se poi pensiamo che è stato possibile trovarci anche forniture di vini Franciacorta… il quadro si completa.
Questo interesse ovviamente è cresciuto anche nei reparti marketing dei diversi brand, questo interesse oggi si è concretizzato in un’azione che, spero, sia l’inizio di una serie di iniziative di co marketing e free sample marketing (marketing tramite campioncino), che si tramutino in una sorta di ambush casalingo.
Free Sample a sorpresa
Poche cose si prestano a fare una sorpresa come i pacchi recapitati a domicilio e, come dicevamo qualche giorno fa, dare un pochino di più di quanto un cliente si aspetta è un metodo sicuro per imprimersi nella sua memoria e garantirsi una buona redemption nell’azione di marketing.
Quando ho aperto il pacco ho trovato quanto avevo acquistato (un paio di scarpe) ed una confezioncina di cereali Kellog’s (che in questo momento sono già finiti).
Ovviamente è solo campioncino, ma l’idea vincente è quella di fare un piccolo dono. Idea che funziona anche per un prodotto arcinoto, anzi, funziona ancora meglio, perchè la notorietà del brand Kellog’s è tale che un minuscolo sample come questo è sufficiente per fare da reminder per tutta la brand identity nel suo complesso.
La ricerca del fan
Adesso che sono stato colpito da questa piccola azione di ambush marketing nel salotto di casa mia, ecco che la Kellog’s mi lancia un blando messaggio nutrizionale nell’opuscolo allegato, ma mi sta solo preparando per la sua call to action, che trovo nell’ultima pagina dell’opuscolo, dove sembra avere un tono dimesso e scanzonato, ma in realtà mi vuole tutto per sè.
Ma tutto questo è fantastico! Acquisto un paio di scarpe online, apro la confezione e ci trovo anche un regalino che mi parla di tutt’altro (così c’è completa assenza di concorrenza tra il prodotto acquistato ed il sample), sorpreso dal piccolo regalo leggo anche l’opuscolo e trovo un invito a diventare fan, quindi che faccio lo seguo?
Non lo so…
Call to action – si ma perchè?
Intendiamoci, è stato fatto tutto molto bene, una cosa carina e ben preparata, ma mi domando, non sarà un po’ debole il richiamo? Premetto che sto facendo una valutazione del tutto soggettiva ed anche un po’ pignola, ma ho come l’impressione che alla call to action “diventa fan su facebook” non sia stata associata una sufficiente motivazione per farlo.
Ad esempio, avrei trovato più stimolante se ci fosse stato scritto “Diventa fan su facebook per scoprire gli altri prodotti Special K” , allora sarebbe stato uno del tutto diverso.
Il sample ha fatto da richiamo e, personalmente avrei trovato l’invito più “compelling” se mi avesse mostrato un ulteriore reward (la scoperta di altre varietà del prodotto).
Il marketing di Kellog’s non ha praticamente nulla da imparare, tanto meno da me, ma possiamo dire che questa piccola riflessione merita di esser fatta, soprattutto quando si promuove un brand meno noto: a chi dovesse condurre una campagna social media marketing per il proprio business… consiglio, non solo di invogliare ed ingolosire il pubblico, ma anche di mettere il link esplicito al profilo su cui state puntando.
Ricapitolando
E’ evidente la crescita degli outlet online e che il bacino di utenti stia diventando importante. E’ anche bello che i brand cerchino di coinvolgere questa moltitudine e si cimentino in azioni di co marketing, che alla fine vanno a tutto vantaggio del consumatore e della redemption, grazie anche al loro essere meno convenzionali del solito, tra l’altro rendendo tutto molto più divertente.
Consiglio però di ricordare, cosa che in Evermind abbiamo dovuto imparare a tener sempre presente, se non si è un brand arcinoto, che ha un’enorme campagna marketing su tutti i media, che il pubblico va tentato con promesse chiare e veramente convenienti, chiedendogli azioni semplicissime, per le quali non deve fare passaggi ritenuti superflui.
Allora sì che lo avrete avvinto e coccolato e sarà pronto ad ascoltarvi.