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Storytelling: come raccontare la storia del nostro Hotel?

Nel primo articolo della mini-rubrica sullo storytelling e narrazione d’impresa, ci siamo chiesti cosa fosse, cosa non fosse, sopratutto se avesse, una qualche importanza  nel settore ricettivo.
A questa domanda abbiamo risposto SI.
Nel settore turistico/alberghiero/ricettivo lo storytelling è una carta da giocare. Ma naturalmente a questo punto si apriva un’altra serie di questioni molto più pragmatiche che tratteremo oggi:

 

  1. Cosa vuol dire raccontare una storia?
  2. Come si racconta una storia: elementi fondamentali
  3. Schema narrativo e funzioni del racconto
  4. Story Map: un modello per  raccontare la propria azienda

 

1) Cosa vuol dire raccontare una storia?

Potrebbe sembrare un pretesto elementare, ma è sempre bene partire dalle fondazioni per tirar su strutture solide. E una storia, per essere tale deve essere  stabile, equilibrata, elastica al punto giusto e con tutti gli elementi che la costituiscono in perfetta armonia.

Sin dall’età primordiale, lo scopo primo e ultimo di un racconto è quello di narrare, rendendo partecipi i lettori/ascoltatori di un qualcosa che reputiamo importante, un’ esperienza, un’avventura, un avvenimento.

Allo stesso tempo chi ci legge e ascolta farà tesoro delle nostre parole come strumento di conoscenza, utilizzando le esperienze altrui per interpretare il modo e la realtà in cui vive.

Raccontare una storia significa allora stabilire un rapporto di condivisione e comunicazione, basato sull’imprescindibile valore dell’identificazione emotiva.

2) Come si racconta una storia? Alcuni  elementi fondamentali

 

L’ identificazione emotiva

Seguendo il linguista Vladimir Propp, nella sua analisi ai principi ricorrenti delle fiabe tradizionali russe, possiamo affermare che il primo tassello nella costruzione della propria narrazione è preparare il terreno all’identificazione con il protagonista della storia, mettendo il lettore nella condizione di condividerne valori e azione e sposarne il punto di vista.

Attraverso questa meta-finzione il lettore/ascoltatore potrà appassionarsi agli accadimenti del tessuto narrativo, rivedersi nelle azioni degli attori della storia fino a reinterpretarne pensieri e comportamenti ed elaborare il proprio pensiero critico rispetto a quanto letto e, seppur in modo virtuale, vissuto.

Attraverso il discorso narrativo l’uomo è in grado di dare senso e interpretare la propria esistenza.

Processo di trasformazione

Se questo è il principio principe di una narrazione altrettanto importante è l’azione trasformatrice che coinvolge il protagonista ed è in grado di cambiare non solo il punto di vista del protagonista, ma anche e soprattutto quello del lettore/ascoltatore.

La trasformazione nel tessuto narrativo ha, nelle fiabe ancestrali come nelle storie moderne, il compito di apportare un cambiamento, sia esso appartenente alla sfera del concreto ( scopro la formula magica per salvare la principessa) o del tutto formativo (cambio atteggiamento nei confronti del mondo e vengo ricompensato).
Il momento della trasformazione, rappresenta nelle storie l’elemento cruciale, traghettando quel principio di cambiamento anche al lettore immedesimato nel racconto. Questo particolare elemento avrà allora ancor più valore in una narrazione d’impresa dove:

 

lo scopo principale del racconto non è più quello di vendere un prodotto al potenziale cliente , bensì nel far cambiare punto di vista a quel cliente, coinvolgendolo attivamente nel nostro cambiamento.

 

Lieto fine

Non c’è fiaba senza lieto fine.

E la stessa cosa vale per le narrazioni d’impresa. Se è vero che il lettore si immedesima nelle peripezie del nostro protagonista, partecipa ai massimi momenti di tensione, agisce assieme all’eroe nell’azione trasformatrice, allora dovrà essere necessariamente ricompensato da un lieto fine vittorioso.

Le storie di un’azienda, così come ogni fiaba che si rispetti, deve terminare con la vittoria dell’ eroe, che può così sancire i propri valori e renderli visibili al mondo intero.

 

3) Lo schema narrativo per le nostre storie aziendali

Visti gli elementi imprescindibili per la definizione di una storia, vediamo sinteticamente, quali sono le funzioni narrative che dovrò utilizzare nella costruzione della mia narrazione d’impresa:

  • Situazione iniziale  contestualizzazione
  • Complicazione situazione drammatica
  • Azione trasformatrice
  • Soluzione
  • Situazione finale lieto fine

 

4) Story Map: un modello per  raccontare la propria azienda

Ma come applicare queste funzioni alla mia realtà? Cosa posso raccontare della mia azienda? Utilizziamo questo modello schematizzato per costruire il plot del nostro racconto:
Storytelling-story map

Seguendo lo schema, proviamo veramente ad immaginare la nostra azienda, il nostro, team, lo staff di un progetto come i protagonisti di una narrazione.

Il soggetto del nostro racconto è la nascita del nuovo luogo del nostro Hotel.

Dobbiamo raccontare come è nato e rendere questo racconto abbastanza interessante per il nostro pubblico, che dovrà affezionarsi al nuovo simbolo e sentirsi partecipe di questo cambiamento .

La situazione iniziale è il vecchio logo, del quale potremmo mettere in risalto i lati positivi e negativi e le motivazioni che ci hanno portato a volerlo cambiare. Il Team deve accordarsi, decidere il nuovo disegno e i significati da esplicitare e potrebbero nascere delle situazioni di conflitto, non necessariamente interne; ci si potrebbe facilmente arenare all’idea iniziale, senza riuscire a svilupparla; avere un vuoto di creatività e sentirsi stanchi e sconfortati.

Da questa complicazione è facile capire che dovrà arrivare una svolta, attraverso  dei momenti di brain storming ad esempio, o grazie all’ispirazione arrivata a o uno o più membri dello staff: ci stiamo avvicinando ad acquisire delle conoscenze in più che porteranno il nostro Team ad una vera e propria azione trasformatrice.

Potremmo mettere in evidenza qual è stata la scintilla che ha dato lo sprint decisivo alla nostra creatività, quali i valori che ci hanno spronato nella definizione de nuovo simbolo della nostra struttura ricettiva.

Siamo finalmente arrivati alla nostra Soluzione e ci avviamo ad lieto fine: il nostro nuovo logo, il risultato del lavoro di squadra, della creatività e della passione per il proprio lavoro.

Conclusione

Con questo breve esempio calato sulla realtà ricettiva, terminiamo questo secondo appuntamento con lo story telling. Nel prossimo post ci avvieremo verso esempi molto molto pratici, e analizzeremo tutte le tipologie di storie che possiamo utilizzare per raccontare la nostra struttura ricettiva.

Se non lo hai ancora letto o hai perso qualche passaggio ecco qui il primo articolo della rubrica:  Storytelling: cosa farne nel settore ricettivo?

 

Jlenia Bennati
Jlenia Bennati
http://www.villapirandello.it