Un progetto è un insieme di attività svolte da un gruppo di persone (team) aventi lo scopo di raggiungere un obiettivo in un arco di tempo determinato attraverso l’utilizzo e gestione di un insieme di risorse.
Un gioco è un insieme di attività svolte da un gruppo di persone (players) aventi lo scopo di raggiungere un obiettivo (vittoria) in un arco di tempo determinato attraverso l’utilizzo e la gestione di un insieme di risorse.
Sembrerebbe un semplice copia e incolla, ma in realtà, come indicano le due definizioni, le similitudini tra un progetto e un gioco sono davvero sorprendenti.
Certamente l’influenza di una cattiva abitudine comune ci porta ad associare un progetto a un’attività lavorativa, quindi importante e impegnativa che implica sforzo e sacrificio; mentre un forte pregiudizio culturale ci condiziona mostrandoci il gioco come qualcosa di frivolo, un passatempo o addirittura una perdita di tempo.
E’ la forza magica di parole come analisi, specifiche, obiettivi, risorse che ci guida in un mondo concreto, tangibile e parole come players, livelli, classifica, punti ci catapultano in un mondo virtuale, irreale quindi poco concreto.
Ma allora perché tendenzialmente noi tutti preferiremmo trascorrere il nostro tempo giocando più che lavorando a un progetto di lavoro? Che differenza c’è tra un progetto e un gioco???
Semplicemente il valore che noi stessi attribuiamo. Nello specifico, il valore che diamo al gesto dell’individuo.
Infatti il principio di un progetto o di un gioco è lo stesso: raggiungere uno scopo, vincere.
Nel progetto consideriamo la somma di azioni di singoli individui pre-organizzate in un determinato ordine, definito anticipatamente, che porta al raggiungimento di un obiettivo predeterminato.
Nel gioco le azioni individuali dei singoli players creano poco a poco una vittoria collettiva immaginata e realizzata progressivamente. La strada verso la vittoria finale si costruisce con l’apporto di ogni singolo man a mano che si gioca. Le nostre azioni assumono un significato che non è più per noi stessi ma per il collettivo. Cosi si ha la sensazione di appartenere a qualcosa di più grande di noi stessi e le nostre azioni contribuiscono a qualcosa in cui gli altri sono coinvolti. Chiamatelo gioco di squadra se volete.
Stessi attori di un progetto, ma nuove relazioni.
Il segreto del gioco sta nel lavorare su qualcosa che premia tutti, che dia un valore aggiunto a tutti. Abbiamo bisogno degli altri che rincorrono un obiettivo comune in modo da poter riflettere su scala più grande la nostra singola azione.
Ma non è tutto. Quello su cui voglio porre l’accento è la grandezza del significato dell’azione collettiva, nell’essere consapevoli che la somma delle azioni dei singoli individui può creare una macro azione unica che non è una semplice somma matematica ma una moltiplicazione di energie.
L’obiettivo diventa così qualcosa di più grande, è una visione, un obiettivo epico.
Epico è qualcosa di gran lunga superiore all’ordinario e le azioni in un contesto epico si trasformano così in eventi!
“Affinché questo accada bisogna dare stumenti necessari per tenere traccia dell’ordine di grandezza del loro singolo impegno individuale ma soprattutto collettivo per riflettere sulla scala epica del loro servizio e della loro storia senza precedenti.
Molto più di statistiche. Dati in ogni possibile forma: diagrammi, grafici, mappe interattive. Aiutano a scoprire punti di forza e deboli del singolo e della collettività per agire di conseguenza.
Per far si che un progetto sia vincente deve diventare epico ovvero un’impresa collaborativa per raccontare una storia e compire una missione su scala estrema.”
Jane Mc Gonigal, “ La Realtà in Gioco”
Un progetto deve quindi unirsi al gioco se i suoi attori vogliono raggiungere un obiettivo davvero grande!
Il progetto epico diventa cosi la dimostrazione tangibile di quello che è possible se lavoriamo tutti insieme. Pronti a lavorare uniti su scale estreme, per obiettivi epici, solo per il brivido e la gioia che può dare. Più inseguiamo il brivido e più è possibile cambiare il mondo.
Per quanto riguarda il futuro il tuo compito non è vederlo ma renderlo possibile (Saint Euxpery).